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Province e Città metropolitane, il futuro al centro di un convegno ospitato a Padova promosso da Upi Veneto

Notizie dalla provincia
9 Dicembre 2024
Upi veneto

Palazzo Santo Stefano, a Padova, ha ospitato il convegno “La Provincia di oggi, la Provincia di domani: a 10 anni dalla Legge Delrio il ruolo attuale delle Province e le prospettive dell’annunciata riforma",  promosso da UPI Veneto in collaborazione con la Provincia di Padova e con la presenza delle Province venete. Al centro dell'appuntamento, il dibattito tecnico e politico sul ruolo delle Province all’interno dell’ordinamento italiano.


Ad aprire i lavori congressuali è stato Daniele Canella, vicepresidente vicario della Provincia di Padova che ha osservato: «Le Province erano un modello di buona gestione, sussidiarietà, autonomia nel nostro territorio e hanno subito questa riforma che però non è stata mai portata a termine. L’appuntamento di oggi possa dare una nuova visione cominciando a ricostruire dal basso una nuova idea di gestione del territorio che attualmente vede una forte alleanza tra sindaci che si prendono carico degli Enti provinciali che mai come in questo momento sono centrali nella vita amministrativa del territorio. Basti citare, in tal senso, la gestione nell’ambito del PNRR, come centri di coordinamento soprattutto per i piccoli Comuni, grande spunto per ripensare al ruolo delle Province».

«Il convegno di oggi ha anticipato per il Veneto il grande tema della necessità di riforma delle Province, tema che sarà affrontato anche a Roma, martedì 10 dicembre, in occasione dell’Assemblea nazionale UPI alla presenza del Presidente della Repubblica - le parole di Stefano Marcon, vicepresidente vicario UPI nazionale e presidente di UPI Veneto - siamo impegnati ormai da un decennio a livello nazionale per riformare una legge che ha mutato profondamente l’assetto dei nostri Enti, privandoli di risorse economiche e umane adeguate. Nonostante le enormi difficoltà, le Province non si sono mai arrese introducendo servizi a sostegno dei Comuni come le stazioni uniche appaltanti e i concorsi unici per l’assunzione del personale, ma anche dimostrando capacità strategica e di investimento con il PNRR. Tutto in un’ottica resiliente di semplificazione amministrativa. A dire che le Province servono e devono essere potenziate a beneficio del territorio non sono solo i Presidenti veneti - continua Marcon - come racconta il docufilm UPI Veneto che oggi abbiamo lanciato in anteprima a Padova, lo dicono anche cittadine, cittadini, stakeholder che gravitano attorno all’attività dei nostri Enti e che, come noi, auspicano che il Governo porti avanti l’iter di revisione della Delrio già avviato l’anno scorso, con il Testo Unico depositato alla Commissione Affari Costituzionali in Senato. Siamo fiduciosi che presto la discussione sarà riaperta».

L’onorevole Alberto Stefani, presidente della Commissione bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale ha commentato: «Dopo la Legge Delrio le Province sono diventate come delle “scatole vuote”, con funzioni da svolgere anche importanti, ma prive della giusta struttura anche dal punto di vista finanziario. Dobbiamo ripristinare le province come Enti di primo livello, come degli hub di innovazione territoriale che possono garantire la migliore expertise della Pubblica Amministrazione nei confronti di cittadini e Comuni. Questo è il salto di qualità che il nostro territorio può fare e che deve essere esteso ovviamente a tutto il Paese, con una riforma di carattere nazionale.
Tutto ciò rappresenta il modello da percorrere per garantire anche una responsabilità e una legittimazione adeguate dei rappresentanti della Pubblica amministrazione, soprattutto dei rappresentanti politici della Provincia. Il cittadino deve sapere a chi può rivolgersi per quanto riguarda l'edilizia scolastica, la manutenzione delle strade e tutte le altre funzioni che spettano alla Provincia, con un rapporto diretto che può derivare soltanto dall’elezione diretta da parte dei cittadini, degli organi politici provinciali.
Oggi i rappresentanti delle Province sono eletti in “secondo grado”, direttamente dai consiglieri comunali. Dobbiamo arrivare invece a un rapporto simbiotico tra il territorio e organi provinciali.
La Provincia ha una fortuna (l'ha avuta nella sua storia, l'avrà nel suo futuro): poter rappresentare un territorio identitario. Il cittadino padovano è orgoglioso di essere padovano; il cittadino veronese è orgoglioso di essere tale e di appartenere alla sua provincia, e così per tutti i territori. E questa capacità di rappresentare l'identità di un territorio deve diventare capacità di rappresentare un'identità politica e la Provincia può farlo. Io credo molto in questo organo che avrà tanto futuro e potrà dare grandi vantaggi ai nostri territori».

Piero Antonelli, direttore generale UPI Italia: «Gli effetti di una riforma, qual è stata quella della legge 56 sul sistema finanziario delle province del Veneto, sono molto pesanti. Nel 2024 le province del Veneto versano al bilancio dello Stato 122 milioni di euro come contributo alla finanza pubblica. O meglio, sono le entrate che le Pprovince incassano per i due tributi che gestiscono: Imposta Provinciale di Trascrizione IPT e Imposta Rcauto, che vengono riversati al bilancio dello Stato. Noi dobbiamo superare questa anomalia del sistema, lasciare i tributi sul territorio».

Carlo Rapicavoli, direttore generale UPI Veneto ha aggiunto: «UPI Veneto, insieme alla provincia di Padova, hanno voluto organizzare questo momento di confronto anche in prossimità dell'Assemblea nazionale di UPI, che si svolgerà la prossima settimana, per fare il punto della situazione dopo 10 anni dalla legge Delrio. Ormai si vedono fortemente tutte le conseguenze di un sistema che non regge più, che era stato introdotto nel 2014 in attesa della riforma costituzionale e che adesso abbisogna certamente di un superamento. Vuole essere l'occasione per sollecitare il legislatore a livello nazionale a riprendere l'esame dei disegni di legge che sono in Commissione affari costituzionali del Senato per arrivare entro il prossimo anno al superamento della Delrio».

IL CONVEGNO

Al convegno padovano sono intervenuti anche Giulia Millevoi, direttore UO Enti locali della Regione Veneto; Guido Rivosecchi, professore ordinario di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Padova e Luciano Sandonà, presidente Commissione Affari istituzionali della Regione del Veneto,

Il convegno è stato preceduto dai saluti dei rappresentanti istituzionali di Provincia e UPI nonché di Mario Conte, presidente ANCI Veneto ed Ennio Vigne, presidente UNCEM. Ha moderato la giornalista Angela Pederiva.

LA RIFORMA DELLE PROVINCE

Il 7 aprile sono ricorsi 10 anni dalla legge Delrio (dal nome del ministro che la istituì, legge n° 56/2014), che riformò le Province e le Città Metropolitane.

La legge Delrio era idealmente pensata come “transitoria” fino al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 indetto dal Governo di allora per il compimento definitivo del processo di riforma attraverso l’eliminazione della parola “Province” dalla Costituzione.

I cittadini votarono in maggioranza “no” all’abolizione delle Province, bloccando, di fatto, l’iter del processo di riforma iniziato dalla legge Delrio e dando il via a una nuova fase di riflessioni sul ruolo di queste istituzioni. Da Enti di secondo livello depotenziati, le Province si sono trovate nuovamente in discussione per effetto di un esito referendario.

Oggi, a distanza di dieci anni, si possono pertanto tirare le fila sugli effetti che la Delrio ha avuto sugli Enti Provincia e sulle conseguenze nella gestione amministrativa locale. Da qui, attraverso un video prodotto da UPI Veneto che sarà condiviso anche nell’ambito dell’Assemblea nazionale UPI a Roma, sono partite le riflessioni tecniche del convegno di Padova, per fare il punto sulla situazione attuale, e tratteggiare i possibili scenari futuri.

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